I tecnici Argus Italy si interrogano sulle possibili cause degli incendi nei due capoluoghi
Due incendi a distanza di pochi giorni. Due grandi città: Milano e Torino. Un grattacielo di ultima costruzione e un palazzo storico del centro. Decine di persone sfollate, ricordi persi e migliaia di euro che le assicurazioni dovranno risarcire. Un filo comune: la rapidità di propagazione degli incendi e la difficoltà di comprendere come si sarebbe potuto evitare.
Il tema della prevenzione degli incendi questo mese in Italia è quanto mai attuale. Le cronache dei giornali stanno ogni giorno svelando dettagli sugli incendi che hanno coinvolto i capoluoghi della Lombardia e del Piemonte: probabilmente un cortocircuito sarebbe stata la causa dell’origine dell’incendio che qualche giorno fa ha divorato il grattacielo di sedici piani di via Antonini a Milano, mentre le scintille prodotte dalla saldatrice usata da un fabbro avrebbero provocato il rogo nell’ultimo piano del palazzo che si affaccia su piazza Carlo Felice a Torino, davanti alla stazione Porta Nuova. In entrambe le situazioni sono ancora in corso le indagini e sarà la Magistratura a stabilire cosa sia esattamente accaduto. I tecnici saranno chiamati a spiegare quali siano state le cause che hanno permesso alle fiamme di divampare, senza che l’allarme scattasse in tempo.
Con Argus Italy, società specializzata nella produzione dei sistemi antincendio più innovativi e completi tra quelli disponibili sul mercato, abbiamo cercato di analizzare cosa possa essere successo, ma soprattutto come si potrebbero ulteriormente prevenire eventi simili: «Al momento è necessario attendere le relazioni tecniche – interviene Alessandro Motta Sales Manager della Argus Italy – per capire esattamente quali siano state le cause che hanno provocato gli incendi avvenuti qualche giorno fa a Milano e a Torino. Quello che ora è certo è che fortunatamente non ci sono state evitate delle vittime, grazie agli smartphone c’è stata una rapida propagazione della notizia. Dal nostro punto di vista, l’uso di impianti antincendio di ultima generazione permette di predisporre le misure necessarie a prevenire e limitare le situazioni di rischio; il tempo di reazione e quindi di rivelazione incendio è importante per salvare vite umane».
La tecnologia wireless dei sistemi antincendio Argus Italy, commercializzata con il marchio Hyfire, è leader del settore, flessibile e non intrusiva.
È infatti progettata per fornire prestazioni eccezionali con un alto livello di efficienza in tutti i tipi di installazione indipendentemente dall’età, dall’uso o dalle caratteristiche costruttivo dell’edificio.
«L’incendio che si è verificato alla “Torre dei Moro” di Milano ha inevitabilmente richiamato alla mente la strage avvenuta nel 2017 alla Grenfell Tower di Londra, quando le fiamme inghiottirono il grattacielo di 24 piani registrando 72 vittime. Oggi come allora –spiega Motta – il dito è stato puntato sui rivestimenti degli edifici realizzati allo scopo di migliorare le prestazioni energetiche.»
Diverse invece le cause dell’incendio del palazzo di Torino, che riportano al 1997 quando le fiamme distrussero un altro edificio torinese: il Duomo. Allora le fiamme sembrerebbero essersi originate dal calore sprigionato da una lampada lasciata accesa dagli operai del cantiere ed anche nell’evento più recente all’origine dell’incendio potrebbe esserci un errore umano.
«Per fortuna nei grossi incendi verificatisi negli ultimi anni è diminuito sensibilmente il numero delle vittime, ma i danni restano ancora ingenti – rammenta Motta – La tecnologia antincendio wireless è ideale per predisporre in modo semplice e rapido le misure di protezione adeguate ad ogni edificio. Essa non richiede cavi e permette un adattamento semplice e rapido nel corso del tempo, per adeguarsi a eventuali variazioni nella destinazione d’uso o nel layout dell’edificio».
Analizza il Sales Manager: «Rispetto al cablato, infatti, il sistema antincendio può essere modificato facilmente, senza disturbo per gli inquilini e con tempi ridotti di installazione. I dispositivi wireless, inoltre, possono anche essere integrati con dei sistemi cablati già esistenti per aggiornare la vecchia soluzione antincendio alle ultime normative o tecnologie.»
In situazioni come le due citate, ad esempio, così come poi avvenuto in Inghilterra, l’integrazione di sensori wireless posizionati vicino alle finestre ed integrati con eventuali impianti cablati esistenti avrebbe potuto anticipare l’allarme.
«Aumentare il numero di sensori è sicuramente un aiuto per ampliare l’area di controllo. I dispositivi wireless possono essere installati con facilità nelle “zone d’ombra” – conclude Motta – garantendo un controllo continuo e la massima sicurezza per edifici e persone. Un risparmio in termine di vite umane e costi assicurativi».